Con la più grande presentazione di optical art e arte cinetica in Scandinavia da oltre 50 anni, il Louisiana Museum of Modern Art apre le porte a un laboratorio sperimentale visivo.
Op Art è l’abbreviazione di Optical Art e descrive le opere che utilizzano le illusioni e gli effetti che vanno dritti al cuore del nostro apparato sensoriale visivo ottici ingegnosamente artigianale. Il movimento si è sviluppato alla metà degli anni ’50 e, nel decennio successivo si è affermato a livello internazionale attraverso i contesti politici e culturali. Gli artisti rimasero affascinati dalle scoperte scientifiche, dalla psicologia della percezione e dalla nuova tecnologia del tempo – voltarono così le spalle all’antica narrazione e alla sensibilità romantica.
Un senso di dinamismo del mondo è anche l’essenza della cosiddetta arte cinetica, che descrive in generale opere d’arte con il movimento incorporato, sia letteralmente sia in un’illusione. L’arte optical e l’arte cinetica si sono sviluppate in un linguaggio geometrico astratto della forma, utilizzando nuovi materiali e tecniche industriali, e condividendo un forte interesse per l’anti-statica e l’esperienza sensoriale diretta.
Nonostante l’arte cinetica e optical provengano da un momento particolare, i risultati sono sorprendentemente senza tempo, e il movimento ha lasciato segni evidenti nell’arte visiva contemporanea e della cultura. L’appello diretto ai sensi è senza sosta – ed è efficace ancora oggi in un misto di fascino immediato e nostalgia.
In mostra circa 100 opere e più di 40 artisti, tra cui l’ungherese Victor Vasarely, l’inglese Bridget Riley e l’italiano Alberto Biasi.
Con la più grande presentazione di optical art e arte cinetica in Scandinavia da oltre 50 anni, il Louisiana Museum of Modern Art apre le porte a un laboratorio sperimentale visivo.
Op Art è l’abbreviazione di Optical Art e descrive le opere che utilizzano le illusioni e gli effetti che vanno dritti al cuore del nostro apparato sensoriale visivo ottici ingegnosamente artigianale. Il movimento si è sviluppato alla metà degli anni ’50 e, nel decennio successivo si è affermato a livello internazionale attraverso i contesti politici e culturali. Gli artisti rimasero affascinati dalle scoperte scientifiche, dalla psicologia della percezione e dalla nuova tecnologia del tempo – voltarono così le spalle all’antica narrazione e alla sensibilità romantica.
Un senso di dinamismo del mondo è anche l’essenza della cosiddetta arte cinetica, che descrive in generale opere d’arte con il movimento incorporato, sia letteralmente sia in un’illusione. L’arte optical e l’arte cinetica si sono sviluppate in un linguaggio geometrico astratto della forma, utilizzando nuovi materiali e tecniche industriali, e condividendo un forte interesse per l’anti-statica e l’esperienza sensoriale diretta.
Nonostante l’arte cinetica e optical provengano da un momento particolare, i risultati sono sorprendentemente senza tempo, e il movimento ha lasciato segni evidenti nell’arte visiva contemporanea e della cultura. L’appello diretto ai sensi è senza sosta – ed è efficace ancora oggi in un misto di fascino immediato e nostalgia.
In mostra circa 100 opere e più di 40 artisti, tra cui l’ungherese Victor Vasarely, l’inglese Bridget Riley e l’italiano Alberto Biasi.